Anticamente il paesaggio si presentava punteggiato da boschi terreni e orti, aree tenute a pascolo
brado, affittate a pastori che vi portavano il bestiame durante l'estate; vaste proprietà erano
concentrate nelle mani di poche facoltose famiglie che occupavano casali e ville.
Nel primo Novecento il territorio dunque appariva semidisabitato ma si animava quando si
svolgevano i pellegrinaggi delle Sette Chiese, un rito itinerante tra il sacro e il profano
che aveva nella "chiesoletta", la cappella dedicata ai santi contadini Isidoro e Eurosia,
una delle tappe d'obbligo.
Si dice, ma forse è leggenda, che in zona una
com-piacente e garbata locandiera avesse gestito una troppo ospitale osteria. Sta di fatto che quel
tratto dei colli di S.Paolo (questo l'antico nome del luogo) cominciò a chiamarsi Garbatella,
forse proprio in riferimento alla nostra garbata ostessa.
Il primo nucleo della Garbatella nasce nel 1920-1922, fuori del piano regolatore,
su un impianto urbanistico di Gustavo Giovannoni e dell'ing. Massimo Piacentini,
dell'Ufficio tecnico dell'Istituto per le case popolari.
Il nuovo quartiere sarebbe dovuto diventare il sobborgo operaio della vicina
zona industriale dell'Ostiense; una ridente borgata giardino, secondo il modello
delle villette a schiera tutte con giardino ed orto, ad imitazione della
contemporanea Città-Giardino-Aniene di Montesacro.
Mentre quest'ultima sorge in base ad un progetto urbanistico complessivo,
la Garbatella è frutto di progressive aggiunte, che non snaturano il nucleo
iniziale, ma lo assorbono in un organismo sempre più complesso e che supera
l'iniziale realtà di borgata-giardino. Bisogna sottolineare che nel 1920,
ai piedi dei Colli di S. Paolo, Roma stava realizzando la sua piccola rivoluzione
industriale. All' Ostiense si erano impiantati le officine del gas, i mercati generali,
mulini, oleificì, concerie, una grande vetreria, officine meccaniche e molti altri
opifici e magazzini. C'era inoltre un progetto risalente agli inizi del secolo che
prevedeva la costruzione di un canale parallelo al Tevere che collegasse Ostia con
un porto poco distante da S. Paolo, proprio per servire la zona industriale:
vi erano interessati potenti gruppi finanziari legati alla cantieristica,
all'industria pesante e alla navigazione. Non meraviglia quindi se, a promuovere
il nuovo insediamento del 1920, ci fu - come dice l'epigrafe di Piazza Brin -"l'Ente
per lo sviluppo marittimo e industriale".
La nuova borgata (190 alloggi distribuiti in 40 palazzine immerse nel verde) nasceva,
infatti, come insediamento operaio a ridosso della zona industriale ma anche come borgo
marinaro al servizio di un porto fluviale rimasto però a livello di progetto.
La nascente borgata non aveva ancora un nome ufficiale. Fu proposta
Concordia,
per richiamare l'auspicio di una pace sociale che appariva molto vacillante.
Poi si pensò a
Remuria, per via di una leggenda secondo la quale Remo, in opposizione
a Romolo, è qui che avrebbe voluto costruire la sua città (e non sull'Aventino come
vuole la tradizione più accreditata). Prevalse in via ufficiale, ma solo alla metà
degli anni '30, il nome che popolarmente si era già imposto:
Garbatella.